Jeet Kune Doo
Jeet Kune Do
Spesso succede che le cose più semplici sono quelle più difficili da spiegare....giustamente perché sono molto semplici.
La nostra epoca ci obbliga a definire, a strutturare per creare delle differenze, dei paragoni e delle scelte..... i nomi, i termini, i movimenti servono ad illustrare la tradizione dei paesi d'origine. Nessun libro,nessuna foto può tradurre la frazione di tempo, di movimento o d'attitudine.
Pertanto per acquisire la conoscenza, bisognerà consacrare molto tempo, e la volontà dell'uomo è messa a dura prova ed una vita intera non basta sempre ad arrivare allo scopo.
Queste frasi scritte senza pretese, serviranno forse a scoprire un'aspetto sconosciuto delle discipline e delle arti da combattimento, queste genereranno delle reazioni diverse: sorpresa, intrighi, interesse, rispetto, stimolo, passione..... ma l'essenziale non è che essi suscitano l'attenzione?
L'istinto di seguire e d'imitare sembra essere inerente nella maggior parte dei praticanti di Sport da combattimento o d'arti marziali.
Ciò è in parte dovuto alle tendenze umane, ma ugualmente al fatto di perpetuare le tradizioni che distinguono ogni stile, ogni sistema.
Molte persone pretendono di detenere la verità offrendo la sicurezza di una rapida riuscita con la massima efficacia, ma è importante differenziare gli sport da combattimento con le arti marziali.
Ciò è in parte dovuto alle tendenze umane, ma ugualmente al fatto di perpetuare le tradizioni che distinguono ogni stile, ogni sistema.Molte persone pretendono di detenere la verità offrendo la sicurezza di una rapida riuscita con la massima efficacia, ma è importante differenziare gli sport da combattimento con le arti marziali.
I primi non sono, infatti, che il risultato di una trasformazione di una modernizzazione codificata con delle regole, delle Federazioni e dei luoghi di pratica. Essi sono diventati la "messa in forma sportiva" dell'arte guerriera originale. Da questo fatto, sono limitati quanto all'aspetto reale del combattimento totale.
La loro struttura non può che apportare gli elementi di base per la pratica di una disciplina (condizione fisica, dietetica, competizioni). L'arte marziale non è, infatti, che la "forma brutta" con la sua codificazione e la sua terminologia relativa alla sua origine.
La finalità della sua pratica è rivolta alla ricerca della padronanza fisica a traverso delle tecniche, il tutto sviluppando la parte mentale e quella spirituale. Il suo obiettivo e di sviluppare una personalità positiva attraverso uno studio ed un'analisi di tutti i movimenti. La "perfezione non può mai essere raggiunta" è piuttosto nel desiderio di avvicinarsi a questa che bisogna intravedere gli stimoli del praticante. La maggior parte delle forme d'insegnamento non sviluppa che due punti
La Tesi e l'Antitesi.
La Tesi è definita attraverso uno studio stretto preciso sulla condotta di un professore che ripercuote meccanicamente ciò che lui stesso ha studiato durante gli anni. E' la strada del lavoro fisico a scapito dell'emotività.
Poi avremo l'Antitesi, fenomeno di rigetto del "superfluo" variabile secondo dell'interesse e dell'assiduità dell'allievo. Queste due strade non avranno alcuna ragione d'essere senza l'assistenza del terzo punto la Sintesi.
Essa è lo stato dell'analisi dell'osservazione e dell'adattamento nel quale si riflette il reale grado di conoscenza dell'allievo. L'insieme di questi tre livelli di progressione non può essere conquistato che attraverso l'integrità di un tutto indissociabile.
Bruce Lee attore, Star mondiale del cinema, ma prima di tutto praticante professore e filosofo, fondatore di un sistema........(che non è un sistema ) egli fu il percussore e la palla di cannone "dell'effetto arte marziale".
Diventato un mito per tanti fanatici del mondo intero, egli è ancora una guida filosofica attraverso la sua eredità. Dopo l'impatto dei suoi film e la sua morte che lo fanno entrare nella legenda, il JEET KUNE DO (terminologia utilizzata da Bruce Lee per la sua arte), sembrava essere votato a dissolversi, ma questo principio non è un dinamismo dello spirito, un principio che si può adattare ad ogni attività oltre gli sport di combattimento.
Sovente interpretata come una disciplina a parte intera come la Boxe, Judo, ecc ..., questa arte è fondata su un teoria basata sulla semplicità e sulla efficacia.Dopo aver fatto una piccola introduzione su alcuni punti filosofici che reggono i principi del JKD, passiamo a spiegare le tecniche che compongono il sistema (non sistema).
"Il Jeet Kune Do non gira intorno alle cose, non prende strade secondarie, va diritto allo scopo. La distanza più breve fra due punti è la semplicità." (Bruce Lee).
( Articolo tratto da: Jeet Kune Doo.it , di Matteo Stella )
Spesso succede che le cose più semplici sono quelle più difficili da spiegare....giustamente perché sono molto semplici.
La nostra epoca ci obbliga a definire, a strutturare per creare delle differenze, dei paragoni e delle scelte..... i nomi, i termini, i movimenti servono ad illustrare la tradizione dei paesi d'origine. Nessun libro,nessuna foto può tradurre la frazione di tempo, di movimento o d'attitudine.
Pertanto per acquisire la conoscenza, bisognerà consacrare molto tempo, e la volontà dell'uomo è messa a dura prova ed una vita intera non basta sempre ad arrivare allo scopo.
Queste frasi scritte senza pretese, serviranno forse a scoprire un'aspetto sconosciuto delle discipline e delle arti da combattimento, queste genereranno delle reazioni diverse: sorpresa, intrighi, interesse, rispetto, stimolo, passione..... ma l'essenziale non è che essi suscitano l'attenzione?
L'istinto di seguire e d'imitare sembra essere inerente nella maggior parte dei praticanti di Sport da combattimento o d'arti marziali.
Ciò è in parte dovuto alle tendenze umane, ma ugualmente al fatto di perpetuare le tradizioni che distinguono ogni stile, ogni sistema.
Molte persone pretendono di detenere la verità offrendo la sicurezza di una rapida riuscita con la massima efficacia, ma è importante differenziare gli sport da combattimento con le arti marziali.
Ciò è in parte dovuto alle tendenze umane, ma ugualmente al fatto di perpetuare le tradizioni che distinguono ogni stile, ogni sistema.Molte persone pretendono di detenere la verità offrendo la sicurezza di una rapida riuscita con la massima efficacia, ma è importante differenziare gli sport da combattimento con le arti marziali.
I primi non sono, infatti, che il risultato di una trasformazione di una modernizzazione codificata con delle regole, delle Federazioni e dei luoghi di pratica. Essi sono diventati la "messa in forma sportiva" dell'arte guerriera originale. Da questo fatto, sono limitati quanto all'aspetto reale del combattimento totale.
La loro struttura non può che apportare gli elementi di base per la pratica di una disciplina (condizione fisica, dietetica, competizioni). L'arte marziale non è, infatti, che la "forma brutta" con la sua codificazione e la sua terminologia relativa alla sua origine.
La finalità della sua pratica è rivolta alla ricerca della padronanza fisica a traverso delle tecniche, il tutto sviluppando la parte mentale e quella spirituale. Il suo obiettivo e di sviluppare una personalità positiva attraverso uno studio ed un'analisi di tutti i movimenti. La "perfezione non può mai essere raggiunta" è piuttosto nel desiderio di avvicinarsi a questa che bisogna intravedere gli stimoli del praticante. La maggior parte delle forme d'insegnamento non sviluppa che due punti
La Tesi e l'Antitesi.
La Tesi è definita attraverso uno studio stretto preciso sulla condotta di un professore che ripercuote meccanicamente ciò che lui stesso ha studiato durante gli anni. E' la strada del lavoro fisico a scapito dell'emotività.
Poi avremo l'Antitesi, fenomeno di rigetto del "superfluo" variabile secondo dell'interesse e dell'assiduità dell'allievo. Queste due strade non avranno alcuna ragione d'essere senza l'assistenza del terzo punto la Sintesi.
Essa è lo stato dell'analisi dell'osservazione e dell'adattamento nel quale si riflette il reale grado di conoscenza dell'allievo. L'insieme di questi tre livelli di progressione non può essere conquistato che attraverso l'integrità di un tutto indissociabile.
Bruce Lee attore, Star mondiale del cinema, ma prima di tutto praticante professore e filosofo, fondatore di un sistema........(che non è un sistema ) egli fu il percussore e la palla di cannone "dell'effetto arte marziale".
Diventato un mito per tanti fanatici del mondo intero, egli è ancora una guida filosofica attraverso la sua eredità. Dopo l'impatto dei suoi film e la sua morte che lo fanno entrare nella legenda, il JEET KUNE DO (terminologia utilizzata da Bruce Lee per la sua arte), sembrava essere votato a dissolversi, ma questo principio non è un dinamismo dello spirito, un principio che si può adattare ad ogni attività oltre gli sport di combattimento.
Sovente interpretata come una disciplina a parte intera come la Boxe, Judo, ecc ..., questa arte è fondata su un teoria basata sulla semplicità e sulla efficacia.Dopo aver fatto una piccola introduzione su alcuni punti filosofici che reggono i principi del JKD, passiamo a spiegare le tecniche che compongono il sistema (non sistema).
"Il Jeet Kune Do non gira intorno alle cose, non prende strade secondarie, va diritto allo scopo. La distanza più breve fra due punti è la semplicità." (Bruce Lee).
( Articolo tratto da: Jeet Kune Doo.it , di Matteo Stella )
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