Sunday, December 31, 2006

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Saturday, July 15, 2006

PRESENTAZIONE



Salve mi chiamo Maurizio Torrelli,
vivo a Prato ( Toscana )
ed insegno arti marziali,precisamente il:
Jeet Kune Doo e il Kali Filippino,
LE MICIDIALI ARTI DA STRADA,
USATE DAI CORPI SPECIALI DI TUTTO IL MONDO, IMPORTATE IN ITALIA DAL MAESTRO TED WONG,IN ESCLUSIVA
NELLA MIA CITTA’.

TED WONG ha promosso lo sviluppo di quest’arte unica fondata da BRUCE LEE , DAN INOSANTO ha poi integrato ed evoluto il suo J.K.D. inserendo Elementi di arti marziali filippine: il Kali, Pencak Silat Muay Thai, il Savate Francese.
TED WONG lo ha conservato così come l’aveva appreso da Bruce Lee, inoltre avendo vissuto con quest’ultimo, gli ha permesso di sperimentare le diverse tecniche.
Il J.K.D. si serve di elementi di Scherma, pugilato e Win Chiu.
Disciplina adatta anche alle donne

La sensibilità

L’allenamento e gli esercizi per migliorare l’abilità
"Un bravo atleta deve intuire, più che vedere, la possibilità di attaccare…". Questa citazione riguarda un attacco tempestivo e un requisito essenziale per raggiungere un alto livello di capacità in quest’area è possedere una buona sensibilità. La sensibilità ti mantiene in sintonia con l’avversario, permettendoti di essere costantemente informatosi suoi movimenti, azioni e reazioni. Essa ti permette anche di percepire qualsiasi azione successiva che l’avversario potrebbe intraprendere, e più sei informato sulle sue azioni, meglio sei in grado di affrontarlo. Quel mezzo secondo o quel margine di tempo guadagnati grazie a questo miglioramento della sensibilità possono fare la differenza tra il successo e il fallimento delle tue azioni e forse anche trala vittoria e la sconfitta in un combattimento.
L’allenamento per sviluppare la sensibilità è sempre stato parte integrante del curriculum del Jun Fan Jeet Kune Do; tale esercizi per sviluppare o per migliorare la sensibilità di una persona dovrebbero cominciare proprio all’inizio dell’allenamento nelle arti marziali.
L’obiettivo dell’allenamento della sensibilità è di affidare i tuoi sensi di percezione come la vista, l’udito,il tatto, cosicché tu possa riconoscere, identificare e reagire prontamente alla mossa dell’avversario, senza pensare o essere frenato da ciò che Bruce Lee chiamava freno psichico. Prima di proseguire, dobbiamo fare la differenza tra sensibilità e concentrazione. La concentrazione è il raccoglimento dell’attenzione; tende a focalizzarsi su una cosa alla volta a esclusione di qualsiasi altra. Se mi concentro su un avversario, faccio convergere l’attenzione esclusivamente su di lui e chiudo la mente a qualsiasi altro evento che potrebbe accadere intorno a noi due. Con la sensibilità, non solo osservo il mio avversario, ma anche tutto il resto. Ciò può essere estremamente utile quando una persona sta combattendo con più di un avversario.
Nel JKD si parla spesso di avere una sensibilità sciolta e malleabile…
Ci sono tre tipi di sensibilità: (1) visiva, (2) uditiva e (3) tattile. Tutte sono importanti e dovrebbero essere sviluppate ad alti livelli. Nell’allenamento della sensibilità vengono utilizzate alcuni tipi di segnali come stimolo per segnalare l’opportunità di agire contro un avversario. Il maestro può utilizzare un segnale visivo, come aprire un pugno chiusi, oppure un segnale sonoro, come battere l’uno contro l’altro due guanti chiusi, oppure un segnale tattile, come spostare un braccio a contatto con quello dell’avversario. L’obiettivo del discente è quello di ridurre il tempo impiegato a reagire allo stimolo.
I seguenti esercizi sono ideati per aiutare a sviluppare o migliorare le tue capacità in uno dei tipi di sensibilità.
Inizieremo prima di tutto dalla sensibilità visiva.

SENSIBILITA’ VISIVA

Nel combattimento, usi due tipi di visione, Il primo è la visione centrale, nella quale i tuoi occhi e la tua attenzione sono fissi su di un punto centrale, che siano gli occhi del tuo avversario o qualche parte del suo corpo. Il secondo è la visione periferica, nel cui caso, sebbene i suoi occhi siano fissi su di un punto, la tua attenzione si allarga sull’intera area. Mentre la visione centrale è chiara e netta, quella periferica è più diffusa. Dovresti allenarti in tutte e due i tipi di visione.

SENSIBILITA’ UDITIVA

Molta gente non riesce a comprendere l’importanza della sensibilità uditiva.
E’ stato comunque provato che le persone reagiscono più velocemente a un segnale uditivo che a una visivo ( ecco perché in atletica si è passato dalla bandierina alla pistola, per dare inizio alla gara).
La sensibilità uditiva può risultare estremamente utile quando ti trovi in una situazione in cui per varie ragioni la visibilità potrebbe essere ridotta, come combattere di notte in una stanza buia o in un vicolo.

SENSIBILITA’ TATTILE

La sensibilità tattile comporta un senso del tatto molto elevato.
Diventi molto sensibile ai movimenti e all’energia delle braccia dell’avversario o ai movimenti del corpo. Ciò può essere molto utile per alcuni aspetti del combattimento come il bloccaggio o la presa. La sensibilità tattile può essere aumentata con specifici esercizi d’allenamento come il chi sao, armonioso esercizio di elasticità, e altre forme di allenamento della sensibilità.
Due cose possono aiutare ad aumentare le tue abilità nella sensibilità sono: (1) mantenere una posizione sciolta e rilassata, ma pronta in qualsiasi momento e (2) mantenere un giusto centro dell’attenzione. Con giusto centro dell’attenzione intendo dire avere la mente rivolta al compito e aperta. Se la tua mente è impegnata a pensare ad altre cose, come la discussione che hai avuto poco prima con qualcuno o ai problemi che hai con la macchina, il tuo centro sarà diviso in due cose e di conseguenza la tua sensibilità sarà ridotta.
Tutti e tre i tipi di sensibilità sono essenziali all’abilità globale di un atleta di arti marziali. Perciò, se possibile, cerca di includere qualche forma di esercizio della sensibilità in ciascun allenamento, senza badare al livello de discente.
( Articolo tratto da : Jeet kune Doo.it, di Matteo Stella )

Conoscenza teorica

Perchè non è adatto a tutti.

Qualche volta è più facile dire alle persone ciò che vogliono sentirsi dire, piuttosto ciò che hanno bisogno di sapere. Non tutti accettano infatti il concetto o l’idea generale che il Jeet Kune Do possa essere elevato, come qualsiasi altro sistema di concezione o pratica filosofica.
Lampi di luci, urli di sirene. " Aspetta un attimo di che si tratta ? ". Sento già le persone gridare. Cominciamo col definire il termine "concetto" . Significa un’idea o un pensiero, ed in particolare un’idea generalizzata di una cosa o insieme di cose; una nozione astratta.
Bruce Lee viveva, respirava e sognava le arti marziali. Era l’amore della sua vita; la sua passione. Mentre una persona nella media può applicarsi da qualche minuto fino a un’ora circa tutti i giorni, Bruce Lee si immergeva totalmente nelle arti marziali, quasi 24 ore al giorno.
Era un artista in arti marziali, un atleta e uno studioso. Come artista, provava fisicamente numerosi sistemi di combattimento, metodi e tecniche, osservandone i punti forti e quelli deboli, cercando contromosse da utilizzare contro varie difese e attacchi, testando le cose per vedere se e fino a che punto funzionassero, adattando, modificando e scartando. Come atleta, era un esempio vivente di un superbo benessere fisico, mostrando forza, potenza, velocità ed elasticità. Come studioso, passava ore e ore a leggere e studiare il corpo umano, tutti i tipi di arti di combattimento e tutte le correnti filosofiche: antiche e moderne, orientali e occidentali.
Se la competenza di Bruce si sviluppò grazie a questi innumerevoli ore di rigoroso allenamento e studio, una persona che si applica due o tre ore la settimana per un’ora circa alla volta e , per il resto del tempo non fa null’altro o molto poco, come può mai sperare o aspettarsi di capire veramente il JKD ?
Per intenderci, non voglio dire raggiungere soltanto una comprensione intellettuale (conoscenza teoretica); mi riferisco piuttosto una conoscenza funzionale applicata (la comprensione basata sull’esperienza).
Il JKD corrisponde alla crescita totale di un artista in arti marziali: fisica, spirituale e sentimentale. Il suo principio base è la conoscenza di se stessi. Una persona che pratica JKD ha bisogno di conoscersi sia dentro che fuori. Ma non tutti desiderano veramente spendere il tempo e le energie necessarie per conoscere veramente se stessi. C’è molto lavoro da fare e la maggior parte non è affatto confortevole. Venire faccia a faccia con se stessi mentre può essere liberatorio, non è sempre una felice esperienza. Alcune persone pensano di conoscere se stessi, ma in realtà conoscono soltanto i loro punti forti o positivi, rifiutandosi di vedere i loro punti deboli o negativi, la conoscenza di se stessi è un processo continuo e và di pari passo con la cura della propria persona. Basta solo guardarsi intorno per notare il rapido sviluppo di materiali disponibili per la cura di se stessi. Questi libri, cassette e seminari sono pieni di importanti concetti, idee e filosofie su come la gente può liberarsi e aiutare se stessa a crescere. Eppure ci sono ancora delle persone che non stanno crescendo. Perché? Semplice: certa gente non è pronta o non ha la voglia di aiutare se stessa. Non leggeranno o non ascolteranno nulla di questo materiale; altri leggeranno o ascolteranno, ma non ne trarranno alcun profitto; altri,infine, ne trarranno frutto, ma non abbastanza per farne un vero uso.
Si presuppone che nel JKD la persona sviluppi una "mente critica". Al contrario, alcune persone preferiscono una "mente dipendente": offre loro una sensazione di sicurezza. Altra gente, per un motivo o per l’altro, necessita di una struttura formale: può aver bisogno delle cinture e degli attestati che riceve. Un bambino di dieci anni che inizia da poco le arti marziali può non essere pronto alla totale libertà che il JKD offre, o agli sforzi che richiede. Come affermò Dan Inosanto:
"Bisogna pur iniziare da qualche parte: persino un bambino prima di esprimere la propria indipendenza ha bisogno che gli si insegni qualcosa".
Il mio istruttore Dan Inosanto, usava spesso dirci: "Se doni a un uomo un pesce, lo nutri per un solo giorno; ma se gli insegni a pescare, lo nutri per la vita". Il problema è che ci sono delle persone che non vogliono imparare a pescare per se stesse. Preferiscono che venga loro dato un pesce ogni giorno. Il loro atteggiamento è: "Non voglio che mi sia detto che devo pensare a me stesso, cercare le risposte in me e ‘trovare la causa della mia ignoranza’. E’ per questo che sto studiando sotto di te; ecco perché ti sto pagando".
Bruce dichiarò che uno dei motivi per cui interrompeva sempre con tutte le scuole organizzate di JKD era che sentiva che così era molto facile per i discenti scambiare le cose da fare per verità assolute ed il programma da svolgere per la via da seguire. Personalmente, sento che parte del motivo era che si rendeva conto di quanto fosse difficile per qualcun altro fare ciò che lui stesso faceva e che alcuni avrebbero trovato più semplice seguirlo, riporre in lui la loro fede o attendere passivamente che venisse loro mostrato il cammino.
Per capire veramente il JKD e per trarre il massimo, è necessario che una persona sia un artista in arti marziali, un atleta ed uno studioso. Come artista, dovresti studiare il corpo e tutti i tipi di azioni di combattimento. Come atleta, hai la responsabilità di mantenere il corpo in perfetta salute. Nei suoi appunti personali, Bruce scrisse: " Salvaguardare la propria salute è un dovere. Pochi sembrano coscienti che esista una morale fisica". Come studioso, dovresti esplorare, ricercare ed indagare ciò che è stato detto e fatto in passato. La prova di una mente istruita non sta nelle sue conoscienze, ma nel fatto che sa come e dove cercare l’informazione di cui ha bisogno.
Comunque, più che leggere soltanto, dovresti anche cercare di praticare ciò che impari nella vita quotidiana.
E’ inoltre importante che tu sappia quali sono i tuoi scopi ed obbiettivi nella arti marziali. Bruce sapeva dove voleva essere fisicamente, mentalmente, spiritualmente e sentimentalmente.
Se ti avvicini con obbiettivi vaghi, non otterrai né l’opportunistica libertà di poter cambiare direzione e seguire una via differente di ricerca, né la sicura strada appianata che ti porterà ad una destinazione specifica.
Alcune persone non vogliono vedere la verità che è in se stesse o nelle arti marziali. Il JKD è un cammino che porta alla liberazione di se stessi, ma non è un cammino facile. Pretende molto dall’individuo. Come approccio concettuale alle arti marziali e come filosofia, la pratica del JKD può essere realizzata appieno soltanto da chi è disponibile ad andare al di là e scavare più in profondità.
Se quello sei tu, allora il JKD può essere per te il giusto cammino da intraprendere. Se no, è meglio che tu ne stia fuori, cercando un altro cammino.
( Articolo tratto da : Jeet kune Doo.it, di Matteo stella )

Jeet Kune Doo

Jeet Kune Do

Spesso succede che le cose più semplici sono quelle più difficili da spiegare....giustamente perché sono molto semplici.
La nostra epoca ci obbliga a definire, a strutturare per creare delle differenze, dei paragoni e delle scelte..... i nomi, i termini, i movimenti servono ad illustrare la tradizione dei paesi d'origine. Nessun libro,nessuna foto può tradurre la frazione di tempo, di movimento o d'attitudine.
Pertanto per acquisire la conoscenza, bisognerà consacrare molto tempo, e la volontà dell'uomo è messa a dura prova ed una vita intera non basta sempre ad arrivare allo scopo.
Queste frasi scritte senza pretese, serviranno forse a scoprire un'aspetto sconosciuto delle discipline e delle arti da combattimento, queste genereranno delle reazioni diverse: sorpresa, intrighi, interesse, rispetto, stimolo, passione..... ma l'essenziale non è che essi suscitano l'attenzione?
L'istinto di seguire e d'imitare sembra essere inerente nella maggior parte dei praticanti di Sport da combattimento o d'arti marziali.
Ciò è in parte dovuto alle tendenze umane, ma ugualmente al fatto di perpetuare le tradizioni che distinguono ogni stile, ogni sistema.
Molte persone pretendono di detenere la verità offrendo la sicurezza di una rapida riuscita con la massima efficacia, ma è importante differenziare gli sport da combattimento con le arti marziali.
Ciò è in parte dovuto alle tendenze umane, ma ugualmente al fatto di perpetuare le tradizioni che distinguono ogni stile, ogni sistema.Molte persone pretendono di detenere la verità offrendo la sicurezza di una rapida riuscita con la massima efficacia, ma è importante differenziare gli sport da combattimento con le arti marziali.
I primi non sono, infatti, che il risultato di una trasformazione di una modernizzazione codificata con delle regole, delle Federazioni e dei luoghi di pratica. Essi sono diventati la "messa in forma sportiva" dell'arte guerriera originale. Da questo fatto, sono limitati quanto all'aspetto reale del combattimento totale.
La loro struttura non può che apportare gli elementi di base per la pratica di una disciplina (condizione fisica, dietetica, competizioni). L'arte marziale non è, infatti, che la "forma brutta" con la sua codificazione e la sua terminologia relativa alla sua origine.
La finalità della sua pratica è rivolta alla ricerca della padronanza fisica a traverso delle tecniche, il tutto sviluppando la parte mentale e quella spirituale. Il suo obiettivo e di sviluppare una personalità positiva attraverso uno studio ed un'analisi di tutti i movimenti. La "perfezione non può mai essere raggiunta" è piuttosto nel desiderio di avvicinarsi a questa che bisogna intravedere gli stimoli del praticante. La maggior parte delle forme d'insegnamento non sviluppa che due punti
La Tesi e l'Antitesi.
La Tesi è definita attraverso uno studio stretto preciso sulla condotta di un professore che ripercuote meccanicamente ciò che lui stesso ha studiato durante gli anni. E' la strada del lavoro fisico a scapito dell'emotività.
Poi avremo l'Antitesi, fenomeno di rigetto del "superfluo" variabile secondo dell'interesse e dell'assiduità dell'allievo. Queste due strade non avranno alcuna ragione d'essere senza l'assistenza del terzo punto la Sintesi.
Essa è lo stato dell'analisi dell'osservazione e dell'adattamento nel quale si riflette il reale grado di conoscenza dell'allievo. L'insieme di questi tre livelli di progressione non può essere conquistato che attraverso l'integrità di un tutto indissociabile.
Bruce Lee attore, Star mondiale del cinema, ma prima di tutto praticante professore e filosofo, fondatore di un sistema........(che non è un sistema ) egli fu il percussore e la palla di cannone "dell'effetto arte marziale".
Diventato un mito per tanti fanatici del mondo intero, egli è ancora una guida filosofica attraverso la sua eredità. Dopo l'impatto dei suoi film e la sua morte che lo fanno entrare nella legenda, il JEET KUNE DO (terminologia utilizzata da Bruce Lee per la sua arte), sembrava essere votato a dissolversi, ma questo principio non è un dinamismo dello spirito, un principio che si può adattare ad ogni attività oltre gli sport di combattimento.
Sovente interpretata come una disciplina a parte intera come la Boxe, Judo, ecc ..., questa arte è fondata su un teoria basata sulla semplicità e sulla efficacia.Dopo aver fatto una piccola introduzione su alcuni punti filosofici che reggono i principi del JKD, passiamo a spiegare le tecniche che compongono il sistema (non sistema).
"Il Jeet Kune Do non gira intorno alle cose, non prende strade secondarie, va diritto allo scopo. La distanza più breve fra due punti è la semplicità." (Bruce Lee).
( Articolo tratto da: Jeet Kune Doo.it , di Matteo Stella )